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III. Il ruolo della Gran Bretagna nel consolidamento del progetto coloniale sionista

In primo luogo, nel contesto della “Grande Guerra”, i britannici erano convinti del ruolo che gli ebrei avrebbero potuto svolgere all’interno delle amministrazioni americana e sovietica per incoraggiare questi due Paesi a entrare in guerra a fianco degli Alleati, condizione indispensabile per proteggere gli interessi imperiali britannici contro la minaccia tedesca. L’idea era che se la Gran Bretagna avesse sostenuto il progetto sionista, gli ebrei di quei Paesi avrebbero difeso e promosso gli interessi britannici. Vale la pena ricordare che questo approccio sopravvalutava il sostegno unanime degli ebrei di tutto il mondo al progetto sionista (in realtà ancora molto debole), così come la loro influenza all’interno delle varie amministrazioni statali. Tuttavia, queste considerazioni portarono la potenza anglosassone ad avvicinarsi alle rivendicazioni del movimento sionista.

In secondo luogo, alla luce di un calcolo prettamente geopolitico, l’estensione della sfera d’influenza britannica in Palestina avrebbe favorito anche gli interessi britannici in Medio Oriente. Ci troviamo infatti in piena epoca di scoperta di numerosi giacimenti di petrolio nella regione, una risorsa che, ovviamente, in tempi di guerra e di sviluppo del processo di accumulazione capitalistica, alimenta l’avidità delle grandi potenze. Inoltre, la Palestina rappresentava una zona cuscinetto tra il Canale di Suez (la Gran Bretagna occupava l’Egitto dal 1882) e i territori sotto l’influenza francese, all’epoca potenza egemone in Medio Oriente. Vale la pena ricordare che, sebbene Francia e Gran Bretagna avessero stretto un’alleanza di circostanza con una posizione comune contro la Germania durante la guerra, le due potenze erano impegnate in una sorta di guerra fredda inter-imperialista in cui la Gran Bretagna cercava di impedire l’espansione francese nella regione mediorientale con il fine di imporre il proprio dominio.

Il grande avvicinamento tra la Gran Bretagna e il movimento sionista fu anche il risultato di un intenso lavoro di lobbying da parte di una delle figure più importanti e influenti del sionismo politico: Chaim Weizmann, considerato la figura chiave della conversione britannica al sionismo. Il ministro degli Esteri Arthur Balfour e il primo ministro Lloyd George, tra gli altri, abbracciarono la causa sionista dopo che Weizmann assicurò loro il forte sostegno del movimento sionista agli interessi strategici britannici nella regione.

Caro Lord Rothschild:
Ho il grande piacere di trasmetterle, a nome del Governo di Sua Maestà, la seguente dichiarazione di simpatia per le aspirazioni sioniste degli ebrei, che è stata presentata e approvata dal Gabinetto:
“Il Governo di Sua Maestà vede con favore l’istituzione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico e farà del suo meglio per facilitare la realizzazione di questo obiettivo, restando chiaramente inteso che non verrà fatto nulla che possa pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina, o i diritti e lo status politico degli ebrei in qualsiasi altro Paese”.
 Le sarei grato se volesse portare questa dichiarazione all’attenzione della Federazione Sionista”.
Arthur James Balfour, ministro degli Esteri britannico

La Dichiarazione Balfour spianò definitivamente la strada alla realizzazione di condizioni favorevoli all’immigrazione di massa di ebrei in Palestina e allo sviluppo di istituzioni e strutture riservate a questa popolazione, due condizioni necessarie per la creazione di un embrione di Stato ebraico. Va notato che la Dichiarazione contraddiceva gli impegni presi dai britannici nei confronti delle potenze arabe durante la guerra, come registrato nella corrispondenza tra Sir Henry McMahon, Alto Commissario britannico in Egitto, e Hussein ben Ali, sceriffo della Mecca (1). All’epoca, gli inglesi promisero infatti di riconoscere l’indipendenza di un grande regno arabo sovrano, guidato dalla dinastia hashemita (2).

Nell’estate del 1919, gli Stati Uniti istituirono la “Commissione d’inchiesta King-Crane” per le aree dell’ex Impero Ottomano. Il suo scopo era quello di ultimare un’analisi della situazione etnica e sociale dei vari Paesi e di conseguire informazioni sui desideri dei diversi popoli. Esaminando la situazione in Palestina, la Commissione fece subito alcune osservazioni edificanti. King e Crane descrissero il progetto sionista come un piano “estremo” che doveva essere rivisitato per rispettare i diritti di tutti i popoli che vivono in Palestina (3). Il rapporto sottolineava che la quasi totalità della popolazione non ebraica, che rappresenta la stragrande maggioranza della popolazione totale, era fortemente contraria al progetto sionista e che questo era un elemento da tenere in considerazione.

Un’analisi della situazione diplomatica e geopolitica dell’epoca rivela che questa Commissione evidenziava le contraddizioni tra le posizioni americane e britanniche. La Commissione manifestava le intenzioni degli Stati Uniti nel mondo del dopoguerra, in cui la Società delle Nazioni (SdN), concepita dal presidente Wilson, era stata immaginata come un’organizzazione per sormontare l’era coloniale e promuovere il libero scambio su scala globale. Per questi motivi, gli Stati Uniti si rifiutarono di sostenere la politica britannica e, attraverso la Commissione King-Crane, cercarono addirittura di ostacolarla.

Tuttavia, come vedremo in seguito, quando venne il momento di prendere in considerazione il “sistema dei mandati” della Società delle Nazioni, nessuna delle considerazioni della Commissione King-Crane fu presa in considerazione, né dalla Gran Bretagna né dall’organizzazione internazionale. L’assenza degli Stati Uniti dalla SdN, decisa da un voto del Congresso americano nel novembre 1920, e l’influenza dei britannici all’interno della stessa, fecero sì che il rapporto fosse completamente ignorato. Questa situazione non fece altro che favorire gli interessi coloniali e imperialisti che il movimento sionista e la Gran Bretagna avevano in comune. Le condizioni erano dunque riunite per consentire il totale controllo coloniale della Palestina….

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